I vertici dell’Arma negavano ma un documento segreto li metteva al corrente della realtà

Una relazione «bomba» già nel 1986

Due anni fa un perito dell’Aeronautica avanzava sospetti: forse un missile…

ROMA — Nel 1988, quando negli ambienti dell’Aeronautica militare si continuava a proporre ufficiosamente l’ipotesi del cedimento strutturale del DC-9 e si ridicolizzava la pista del missile, i periti della stessa Aeronautica avevano già consegnato alla magistratura una relazione (N8221) sulle «Considerazioni della reazione esplosiva» che aveva provocato il disastro di Ustica.
La relazione, firmata dal tenente colonnello Andrea Torri (un ufficiale esperto di armamenti) portava la scritta «Riservato» e confermava la presenza di T4 sul relitto dell’aereo. Non è tutto.
Gli stessi esperti dell’Aeronautica avevano sottoscritto due anni prima un’altra relazione nella quale escludevano la possibilità di un’esplosione come causa della sciagura.
Nell’allegato 3 dell’ultima perizia, agli atti dell’inchiesta come la prima, si afferma addirittura che la «bassa probabilità» di un’esplosione provocata da un missile dovrebbe automaticamente consentire di affermare che è stata una bomba a distruggere l’aereo.
La discutibile logica di questo ragionamento poggia comunque su alcune considerazioni. Rileggiamole integralmente.
«L’esplosione è stata determinata da una testa di guerra che ha detonato all’esterno del velivolo. È una ipotesi possibile ma che si deve considerare poco probabile. Infatti in tale caso le tracce di esplosivo si sarebbero certamente trovate sulle schegge (come effettivamente è avvenuto) ma, salvo casi eccezionali, non si sarebbero dovute trovare in oggetti contenuti nell’interno del velivolo protetti dalle strutture esterne. In ogni caso oltre al T4 si sarebbero dovute trovare anche altre sostanze esplosive, probabilmente TNT che, fra l’altro, non solo è l’esplosivo di più comune impiego militare da solo o in miscela, ma è anche quello che, per le sue particolari caratteristiche fisico-chimiche, non detonando mai completamente, si ritrova con maggiore facilità nei reperti. Il mancato ritrovamento di tracce di TNT nel corso dell’indagine rende poco probabile tale ipotesi».
I periti dell’Aeronautica aggiungono: «Naturalmente, si potrebbe essere verificata l’esplosione di una testa contenente solo T4 come sostanza attiva, ma per quanto si sa attualmente un tale tipo di munizionamento non viene impiegato; ciò non esclude che possa esistere, anche in considerazione del fatto che in genere le caratteristiche del munizionamento sono coperte dal più stretto segreto» (che su questa vicenda non dovrebbe ufficialmente esistere).
Ed ecco un altro passaggio interessantissimo, che sembra anticipare la ricostruzione dell’impatto del missile sul DC-9 su cui lavorano i periti nominati dal giudice:
«1) L’esplosione è stata determinata da una testa di guerra penetrata nel velivolo a seguito di impatto. Questa ipotesi, anche se possibile, non ha un elevato grado di probabilità. Infatti, si deve considerare che solo eccezionalmente si può verificare che un missile o un proiettile, diretti contro un velivolo, impattino il bersaglio. In genere l’esplosione avviene per effetto di spolette di prossimità o di altro tipo, nelle vicinanze del bersaglio stesso e l’abbattimento è determinato dall’effetto distruttivo delle schegge e dell’onda d’urto».
Poi, la rapida, sbrigativa conclusione verso l’ipotesi della bomba:
«2) L’esplosione è stata determinata da una massa di esplosivo presente nel velivolo… che si ritiene sia dotata di elevate probabilità. Quanto sopra sia perché le altre due ipotesi sono evidentemente dotate di bassa probabilità, sia perché si deve considerare che il T4 è il componente attivo dell’esplosivo plastico che per azioni di sabotaggio è certamente la miscela di elezione per cui il ritrovamento di solo T4 fa immediatamente sospettare l’impiego di tale miscela».
Ma l’Aeronautica dovrebbe sapere che il TNT, sulla cui assenza poggia la labile tesi della bomba, è stato già trovato dagli specialisti del CNR.
E che proprio quella del missile con spoletta di prossimità è l’ipotesi che i periti faranno al giudice istruttore Vittorio Bucarelli.

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