Copyright © Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica
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Presidente Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica
Voler mettere il “Muretto Purgatori” a disposizione dei cittadini con la possibilità leggere gli articoli di Andrea attraverso un QR Code, proprio davanti al Museo per la Memoria di Ustica, non è soltanto un gesto di affetto e gratitudine nei confronti del giornalista. Quel Museoche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della visita ufficiale, ha definito nella sua dedica: “Un tempio della memoria”, aggiungendo: “Questo Museo consente di mantenere inalterata la memoria della tragedia di Ustica ed esorta ad ogni impegno per difendere vita e libertà”.
È voler tenere uniti nella memoria il racconto, gli articoli del giornalista, con il protagonista della vicenda, il relitto del DC-9 Itavia, quell’aereo che ha portato nell’ultimo tragico volo, all’appuntamento con il destino le 81 povere vittime.
Il DC-9 Itavia, nella drammatica notte del 27 giugno 1980, sprofondò negli abissi del mar Tirreno e la verità sulla tragica morte delle vittime sprofondò in un abisso di menzogne e omertà.
Poco alla volta, con il procedere delle inchieste, il relitto è stato recuperato e ricomposto a Pratica di Mare per esigenze di giustizia. Poi, su richiesta dell’Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, è stato trasportato a Bologna, per la realizzazione del Museo.
Il relitto è diventato il simbolo della ricerca della verità.
L’esperienza di Andrea Purgatori, uno straordinario giornalista d’inchiesta, comincia proprio il 27 giugno 1980, quando un amico di Ciampino, interno al mondo del controllo aereo, gli indica la terribile verità: “l’aereo civile è stato abbattuto”, raccomandandosi di non lasciarsi ingannare da versioni di comodo, ascoltando la coscienza del professionista e la sensibilità del cittadino.
Da quel giorno Andrea Purgatori dedicherà il suo impegno alla vicenda di Ustica ricercando quella verità che altri tenteranno di nascondere.
Purgatori ha iniziato raccontando l’evolversi della vicenda, il susseguirsi di tesi e di ricostruzioni. Da una parte informando su quello che veniva poco alla volta a galla dalle indagini ufficiali e dall’altra cercando nuove informazioni e ascoltando nuove testimonianze.
La sua voce è stata determinante a tener sveglie le coscienze. Le sue indagini e i suoi articoli sono stati importanti perché hanno continuato a richiamare l’attenzione sulla tragedia quando la si voleva far dimenticare.
Io credo fermamente che si deve in buona parte a questo suo impegno, la costituzione del Comitato dei Sette Saggi per la verità su Ustica e anche la nascita della nostra Associazione.
Ricordiamolo, perché è importante: quello di Andrea non è mai stato un “lavoro solitario”, ha sempre voluto condividere coi colleghi, ha sempre cercato che le notizie crescessero nel confronto e nella collaborazione.
Il lavoro di Andrea è stato uno stimolo per gli altri, ben rispettoso dell’indipendenza dei suoi interlocutori, fatto in assoluta autonomia. Lui ha sempre voluto solo raccontare giornalisticamente, mai imporre; ha illuminato lo scenario, scrutando negli angoli più bui senza voler dettare le strade da percorrere, per questo è sempre stato indipendente da ciò che la cronaca raccontava.
In questo modo, Andrea Purgatori, da grande giornalista quale era, ha contribuito a non dimenticare. I suoi articoli, un insieme di cronaca e indagine personale, hanno risvegliato l’impegno della società civile.
Poi c’è “Il Muro di gomma” di Marco Risi, scritto da Andrea insieme a Stefano Rulli e Sandro Petralia, il film, nel 1991, viene presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.
Al di là delle sue indubbie qualità artistiche, “Il Muro di gomma” rappresenta la testimonianza di un processo di partecipazione del mondo delle arti e dello spettacolo che in quei primi anni Novanta aveva preso le mosse dal forte bisogno di verità sulla tragedia di Ustica.
Oggi con l’inaugurazione del “Muretto Purgatori” mettiamo a disposizione della cittadinanza una prima scelta di articoli. Voglio subito ringraziare il Corriere della Sera che ce li ha consegnati e colgo l’occasione per sottolineare l’autonomia che ha sempre concesso al lavoro di Andrea, sfidando certamente ogni tipo di pressione aperta o velata.
Cominciamo con gli scritti dei primi giorni dopo la tragedia fino ad arrivare all’inizio delle indagini del giudice Priore. Passiamo quindi da periodi di silenzio e di dimenticanza fino all’infuriare delle polemiche e alla comparsa, per la prima volta in una perizia ufficiale, della parola “missile”.
Gli articoli di Andrea Purgatori, l’opera di Christian Boltanski, il Museo per la Memoria di Ustica, danno un contributo importantissimo a quel percorso di Memoria che sta tanto a cuore al Comune di Bologna.