Dopo cinque mesi di lavoro i sette saggi nominati da De Mita stanno per concludere il loro lavoro

Ustica, adesso non c’è colpevole

La relazione governativa e quella dei militari escludono responsabilità

I legali dei familiari delle vittime del DC-9 chiedono l’incriminazione degli ufficiali in servizio ai tempi della tragedia – «Ci furono comportamenti omissivi e gravi depistaggi» – Il pericolo di una archiviazione affrettata

ROMA — La commissione d’inchiesta governativa sulla strage di Ustica non avrebbe trovato colpevoli. E il giudice Carlo Maria Pratis, ex procuratore generale di Cassazione e presidente del gruppo dei «sette saggi» nominato da De Mita, è chiuso in una stanza di Palazzo Chigi per mettere insieme le conclusioni di cinque mesi di lavoro (tre più due di proroga, con scadenza domenica 7 maggio).
Anche il generale Franco Pisano, capo di stato maggiore dell’Aeronautica, non avrebbe trovato colpevoli.
L’inchiesta che il ministro della Difesa gli aveva ordinato è stata consegnata. Gli unici ad aver compilato una lista di ufficiali e sottufficiali da incriminare sono i legali dei familiari delle vittime del DC-9 abbattuto: hanno formalizzato ieri questa richiesta alle procure di Roma, Marsala e Napoli.
Non ci sono ancora notizie ufficiali ma le indiscrezioni che circondano il lavoro della commissione governativa sono piuttosto sconfortanti.
I tre «saggi» militari del gruppo (un generale dell’Esercito, uno dell’Aeronautica, un ammiraglio della Marina) avrebbero addirittura messo in discussione la perizia che dopo cinque anni ha ufficializzato la tesi del missile. E sul versante delle responsabilità internazionali non si sarebbe andati oltre le già scontate smentite di Stati Uniti, Francia, Germania Federale e Libia.
Nulla di nuovo nemmeno dalle audizioni di Lamberto Bartolucci, capo di stato maggiore dell’Aeronautica all’epoca della strage, e Franco Pisano, che ha anticipato alla commissione il risultato della inchiesta ordinata da Zanone.
Difficile dire quale piega potrà adesso prendere l’inchiesta giudiziaria, che il giudice romano Vittorio Bucarelli gestisce dal 1984. Ieri Bucarelli si è trovato i familiari delle vittime del DC-9 nella stanza. E in pochi secondi ha ripetuto loro che non avrebbe raccontato nemmeno un particolare sugli sviluppi (ma ci sono?) della sua indagine.
La sensazione è che si viaggi speditamente verso una archiviazione, che è poi la conclusione cui puntano i potenziali responsabili delle coperture sull’abbattimento del DC-9. Mentre si avvicina il nono anniversario della strage (27 giugno) e rimangono senza risposta tutti gli appelli per la verità, a cominciare da quelli del presidente Cossiga.
Tuttavia i legali dei familiari delle vittime (gli avvocati Galasso, Ferrucci e Gamberini) hanno ieri chiesto l’incriminazione di decine di ufficiali e sottufficiali in servizio alla Difesa, allo stato maggiore dell’Aeronautica e nei centri radar di Marsala e Licola (Napoli).
La richiesta è stata fatta sulla base della perizia consegnata alcuni mesi fa al giudice Bucarelli, dalla quale emergono evidenti omissioni e tentativi di depistaggio nelle indagini. La lista è lunga. Comincia con il capo di stato maggiore della Difesa, Mario Torrisi (era nell’elenco della P2 di Gelli), prosegue con il generale Bartolucci, cita Santovito e Musumeci (numeri uno e due del Sismi, anche loro P2).
Ci sono comandanti e radaristi di Licola e Marsala, dove vennero bruciati registri o consegnate registrazioni parziali (il famoso buco di otto minuti), ci sono i comandanti della seconda e terza regione aerea (per quest’ultima torna alla ribalta il generale Piccio, già ammanettato dal giudice Mastelloni per la sporca storia dell’Argo 16).
Ci sono gli specialisti dell’Aeronautica che sposarono la tesi della bomba piuttosto che quella del missile, evitando di scovare le tracce di TNT nei reperti loro consegnati. I legali sostengono che questa mossa dovrebbe aprire una breccia nel muro di omertà che circonda la strage.
«A quasi due mesi dal deposito della perizia, che ha confermato l’abbattimento del DC-9 da parte di un missile — hanno dichiarato Galasso, Ferrucci e Gamberini alla presenza della presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime, Daria Bonfietti — ancora non sappiamo quando l’inchiesta condotta dal giudice Bucarelli si concluderà. Né sappiamo quali accertamenti siano in corso per identificare chi lanciò il missile. Sappiamo solo che ci furono comportamenti omissivi, fatti inquietanti, coincidenze singolari che, a nostro avviso, contribuirono a depistare le indagini».

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