Nella pre-relazione del presidente della commissione d’inchiesta, nomi e personaggi del mistero

Tutte le bugie su Ustica

Gualtieri scopre le menzogne ma non accusa nessuno

Generali, ex ministri, insabbiamenti e reticenze: è la ricostruzione di chi ha indagato sul disastro aereo – Analisi spietata per 95 pagine, ma alla fine non c’è la proposta di trasmettere gli atti alla magistratura

ROMA — Confusionari e insabbiatori, incompetenti e reticenti. Ci sono proprio tutti, i signori del grande mistero di Ustica. Fotografati nella relazione (o pre-relazione, o comunicazione scritta) che il presidente della Commissione d’inchiesta sulle stragi, il repubblicano Libero Gualtieri, ha letto e proposto mercoledì sera a San Macuto. Una relazione che nelle prime 95 cartelle elenca nomi, dati, contraddizioni, omissioni. Ma che nelle ultime due glissa su quello che sembrerebbe essere l’esito logico, scontato: trasmettere gli atti alla magistratura, perché ne tragga le dovute conclusioni in sede giudiziaria.
Un finale a sorpresa, dunque. Che non ha accontentato nessuno. Non ha accontentato le sinistre e la destra, perché riduce a peccati veniali le gravi responsabilità di uomini e istituzioni che avevano il dovere di collaborare alle indagini e garantire al Paese la verità. Non ha accontentato la Dc perché se assolve imputati e sospetti imputati di occultamento di prove, ne mette comunque a nudo il coinvolgimento nel mistero (e nel pasticcio) che avvolge questa strage.
«Nel corso della nostra indagine istituzioni di grande valore sono state portate ad apparire in una luce che non meritano. Nella giornata di Ustica sono certamente accadute cose che non dovevano accadere. Settori hanno funzionato male o non hanno funzionato affatto. A un certo punto si è affacciata persino l’insinuazione che ciò che fu fatto lo si fece per nascondere una certa inefficienza militare. Se si fosse operato con energia fin dall’inizio per collaborare attivamente a ricercare la verità dei fatti oggi si avrebbe un’altra situazione», ha scritto Gualtieri nell’ultima pagina della relazione. Quella che sembra azzerare i pesanti giudizi espressi in precedenza.
E vediamoli allora alcuni di questi giudizi che hanno innescato una nuova polemica sul fronte politico.
Lelio Lagorio (ex ministro della Difesa) — «Non poteva non sapere che il Sismi non solo era stato attivato, ma che aveva avuto un ruolo assai rilevante nella vicenda… una posizione strana e abbastanza inspiegabile… la linea ufficiale fu quella dell’Aeronautica… Lagorio si identificò in questa… i servizi (il Sismi) si attivarono per conto loro per conoscere situazioni che l’Aeronautica militare e il ministro della Difesa volevano tenere sotto loro controllo totale».
Saverio Rana (ex presidente del Registro aeronautico italiano) — «Il responsabile del Rai, che pure aveva detto al ministro Formica di aver visto sui nastri di Ciampino le tracce di un aereo che tagliava il percorso del DC-9 e che si era recato negli USA per avere riscontro di questo, quando tornò dall’America non fece conoscere il risultato della sua missione».
Rino Formica (ex ministro del Trasporti) — «Il ministro Formica non informò il Parlamento di quanto gli aveva detto Rana. E non è nemmeno vero che in base all’informazione ricevuta abbia detto nelle varie udienze che “l’ipotesi del missile rimaneva la più forte”. La rilettura sistematica di tutti i verbali di aula e di commissione ha portato ad escludere questo».
Franco Pisano (Capo di stato maggiore dell’Aeronautica) — «Richiesto di precisare chi avesse interpellato per elaborare la relazione su Ustica richiestagli dal ministro Zanone… il generale Pisano… non nominò il II Reparto (Informazione) dello Stato maggiore, quello che incorporava il Sios. Quando gli fu chiesto il perché di questa esclusione, il generale Pisano rispose di “non aver nemmeno pensato” di interpellare il Sios. E anche questa apparve alla Commissione una risposta difficilmente comprensibile, al limite dell’accettabilità».
Zeno Tascio (ex responsabile del Sios Aeronautica) — «Solo quando il generale Tascio fu interrogato una seconda e una terza volta cominciò a emergere un ruolo non secondario del Sios… Un primo riferimento Sios si ebbe fin dalla notte del 27 giugno, come ci si doveva attendere. Ma ciò che non si voleva far emergere era altra cosa. Era il rapporto Sios-Sismi, sollecitato o imposto da quest’ultimo».
Sismi — «…il generale Notarnicola, all’epoca capo del contro-spionaggio del Sismi, ha sostenuto che le iniziative assunte dalla Divisione di portare avanti inchieste approfondite sull’incidente di Ustica furono sistematicamente bloccate o contrastate dal Direttore del servizio, generale Santovito… Nella vicenda di questo scontro all’interno del Sismi, è entrata anche la falsificazione della firma del generale Notarnicola in alcuni documenti agli atti».
Aeronautica militare — «Quel che comunque appare evidente è che… fin dai primi mesi si cercò di contrastare l’ipotesi missilistica e che, in questa operazione, l’Aeronautica ebbe parte… attraverso il Sios, “diffidò” chiunque dal sostenere la tesi del missile e arrivò a “consigliare” persino lo Stato maggiore Difesa ad attenersi strettamente a questa valutazione… Le conseguenze si sono viste e ci sono state. L’ipotesi missilistica rimase a lungo “non operativa”. Sarebbero occorsi anni perché emergesse come la più probabile il fatto che si trattasse di un aereo civile e che i compiti di indagare fossero stati assunti da organi estranei all’Aeronautica non autorizzava assolutamente quest’ultima a rifiutare una collaborazione più attiva».
Il radicale Massimo Teodori parla di «brodo lungo, diluito ed insapore», di una Commissione che indaga solo sui militari e «non mette il naso, come suo dovere, sul comportamento e le responsabilità anche omissive dei politici».
Francesco Macis e Antonio Bellocchio (Pci) chiedono che si riferisca in Parlamento sulle «gravi responsabilità politiche dei ministri e quelle dei dirigenti dei servizi e dei comandi militari».
Per il capogruppo democristiano Manfredi Bosco, i giudizi espressi vanno attribuiti «personalmente» a Gualtieri.

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