Annuncio del sottosegretario Amato alla Camera
Sommergibile USA fotograferà il DC-9 caduto nel mare di Ustica
Se la missione fallisse si procederebbe al recupero dei resti dell’aereo – Il costo dell’operazione garantito dal governo
ROMA — Un sommergibile atomico della Us Navy tenterà di individuare e fotografare il relitto del DC-9 Itavia, inabissatosi a 3.500 metri di profondità dopo l’esplosione nel cielo di Ustica la notte del 27 giugno 1980. Contatti in questo senso sono già stati aperti con Washington e da parte americana è stata fornita una disponibilità di massima. Lo ha annunciato ufficialmente il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giuliano Amato che ieri pomeriggio ha risposto alla Camera alle interrogazioni e interpellanze presentate da quasi tutti i partiti (e soprattutto dall’opposizione).
Se la missione affidata al sommergibile della Us Navy dovesse fallire o se non risultassero sufficienti le fotografie scattate, si procederà allora al recupero del relitto. Il costo dell’operazione, su cui si era aperta una polemica, verrebbe comunque -garantito- dal governo e in questo caso il magistrato avrebbe ampio margine di manovra. Per un’ora Amato ha parlato ripercorrendo le tappe di questa inchiesta difficile e costellata da sconcertanti ipotesi. Prudente e attento a non «confezionare una verità pur che sia», il sottosegretario alla presidenza del Consiglio non ha però evitato di lasciar trasparire il fondato sospetto che a provocare l’esplosione del DC-9 sia stato un missile e non una bomba.
Sospetto che affiorò già nel 1982, ha ricordato Amato, quando la relazione della Commissione ministeriale presentò la sua indagine. Una relazione che «lascia il lettore, qualunque sia il lettore, a propendere per la tesi del missile». Tuttavia la accertata presenza di T4 non è di per sé sufficiente a dare una risposta definitiva. Anche se, ha detto Amato, una scheggia di metallo proveniente dal vano carrello dell’aereo e conficcata nella gamba di una delle 81 vittime pone seri dubbi sulla possibilità di una bomba. Come avrebbe potuto entrare dall’esterno all’interno quella scheggia, se non per effetto dell’esplosione di un missile?
Ma il capitolo più complesso riguarda le tracce radar e l’interpretazione che ne è stata data. In primo luogo il «buco» di otto minuti a partire da quattro minuti dopo l’esplosione sui nastri della Difesa aerea territoriale. Sono certo legittime le domande sul perché il nastro sia stato sostituito proprio quella notte, a quell’ora e in presenza di un incidente aereo, ha aggiunto Amato. Un altro radar, infatti, fissò la presenza di un oggetto volante non Identificato che volava da Ovest verso Est in direzione del DC-9 ad una velocità supersonica (700 nodi) e che avrebbe tutte le caratteristiche di un caccia.
Nessun segreto di Stato, comunque, e solo segreto istruttorio, ha concluso Amato. Per il governo «ansia di verità» e piena collaborazione con gli investigatori. Gli interrogativi restano ancora aperti. «Non ho risposte a queste domande e non invidio certo i giudici nel loro compito», ha detto Amato. Insoddisfatto Stefano Rodotà, della Sinistra Indipendente, che ha sollevato una serie di quesiti sul possibile depistaggio dei servizi segreti nell’indagine per scoprire le cause della strage di Ustica («Nessun rapporto è stato commissionato al Sismi», ha precisato Amato) e sulla assenza di elementi concreti che chiariscano il ruolo avuto dai vertici militari (Aeronautica, soprattutto) all’indomani dell’esplosione. Sostanziale invece il plauso del radicale Corleone, che ha individuato nella disponibilità del governo l’elemento chiave per fare luce sul disastro.
Da Napoli arrivano intanto importanti anticipazioni ufficiose sul lavoro dei periti nominati dal giudice istruttore Bucarelli. La relazione che verrà consegnata nei prossimi giorni al magistrato indica nell’ipotesi del missile la causa prevalente della strage. Una volta fotografato o recuperato il relitto, ha detto Amato, «se c’è qualcuno che sa e tace avrà meno possibilità di tacere».
Dense ombre di sospetti convergono ora sull’aviazione militare di uno Stato che si affaccia sul Mediterraneo. Si riuscirà anche a dare una nazionalità al missile che uccise 81 passeggeri nel cielo di Ustica?
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