Giallo di Ustica, interviene Cossiga

La procura della Repubblica di Marsala vuole dall’Aeronautica militare i nomi di tutti gli operatori in servizio quella sera di otto anni fa – Chiesta alla Rai dai magistrati la registrazione della trasmissione «Telefono giallo» durante la quale un anonimo disse: «So la verità»

ROMA — Il giudice istruttore Vittorio Bucarelli non parla e non parlerà fino ad inchiesta conclusa. Chiede tempo per mettere insieme le perizie sul resti del DC-9 esploso nel cielo di Ustica e tutti gli altri elementi a disposizione. Ma dovrà affrontare un’estate difficile, visto che già i legali di parte civile annunciano contro di lui ricorsi presso gli organi di controllo sull’operato della magistratura. Perché, affermano i legali (Galasso, Ferrucci, Mazzacuva), Bucarelli li tiene all’oscuro di ogni mossa e gelosamente conserva nel cassetto le carte già accumulate in quattro anni di lavoro. E non è tutto.
Ci sono novità sul fronte politico, su quello giudiziario (ma la procura è quella di Marsala), sul fronte di una pubblica opinione che da otto anni pretende una risposta a interrogativi, ipotesi e contraddizioni, possibili coperture e depistaggi, segreti veri o falsi che si nascondono dietro la strage del 27 giugno 1980 (ottantuno i morti).
Vediamo:
Quirinale — Il presidente Cossiga ha confermato ieri l’appuntamento del prossimo 27 giugno con i componenti del Comitato per la verità su Ustica (Bonifacio, Giolitti, Scoppola, Ingrao, Ferrarotti, Ossicini, Rodotà) e con familiari e legali delle vittime. A Cossiga, il Comitato produrrà una sorta di memoria sullo stato delle indagini, sulle lentezze e le inefficienze che ancora non consentono di spiegare la strage.
Negli ambienti del Quirinale si sottolinea che, dopo l’appello per la verità dell’estate 1986, il capo dello Stato ha continuato a seguire con grande attenzione gli sviluppi della vicenda ed è stato informato dal Governo su ogni novità ed ogni necessità operativa. Cossiga conferma dunque il suo profondo costante interesse per la vicenda.

«Telefono giallo» — La procura della Repubblica di Marsala ha ufficialmente richiesto all’Aeronautica militare i nominativi di tutti gli operatori (ufficiali, sottufficiali, avieri) presenti nel centro radar la sera del 27 giugno 1980. Ha anche chiesto alla Rai di poter acquisire agli atti la registrazione della trasmissione condotta da Corrado Augias e andata in onda venerdì scorso su Rai Tre.
Durante la diretta televisiva (quattro ore) sul giallo Ustica, ci fu una telefonata anonima. Eccola: «È tutta la sera che guardo questa trasmissione. Basta, non ce la faccio più. Ho telefonato perché voi volete scoprire la verità e io la so. La conosco ma non posso dirla. La verità purtroppo è questa: quel giorno i nostri superiori, i marescialli, ci avevano dato ordine di tacere. Ci avevano imposto il silenzio. Quello che era accaduto nel cielo di Ustica non ci riguardava. Dovevamo dimenticare e basta».
Per identificare l’anonimo aviere, il procuratore capo Paolo Borsellino ha incaricato il sostituto Giuseppe Salvo e il maresciallo del carabinieri Carmelo Canale di svolgere ogni possibile accertamento. Verranno certo messe a confronto le voci degli operatori con la registrazione televisiva. Anche se già sembra che da parte delle strutture militari ci sia qualche resistenza a collaborare.
«Non vogliamo entrare nel merito dell’inchiesta in corso a Roma — ha detto il procuratore Salvo — ma una testimonianza di quel genere non poteva passare inosservata e lasciarci indifferenti».
Anche Corrado Augias ha commentato l’Iniziativa della procura di Marsala. Lunedì, il giornalista era stato dal giudice istruttore Bucarelli e lo aveva informato della telefonata. «Bucarelli mi ha detto di non aver visto il programma e di non aver letto le reazioni alla puntata di “Telefono giallo”. Mi auguro si sia trattato di un battuta perché il compito di un giornalista finisce nel momento in cui l’eventuale confessione è stata stimolata. Ma è proprio allora che comincia invece il dovere d’indagine di un magistrato».

Parlamento — In attesa che il presidente del Senato nomini la Commissione monocamerale d’inchiesta sul disastro di Ustica, ci sono state ieri altre prese di posizione sulla vicenda. Antonio Testa, presidente della Commissione Trasporti della Camera, ha dichiarato ieri che «i misteri di Ustica o il giallo dell’Atr 42 probabilmente non ci sarebbero stati, in condizioni di sicurezza perfette, e certamente non debbono ripetersi».
Umberto Cappuzzo, senatore de ed ex capo di stato maggiore dell’Esercito, ha affermato: «Tenderei ad escludere coperture militari su questa vicenda. Tuttavia, io credo alla trasparenza. Meglio raccontare subito qualcosa di spiacevole piuttosto che nascondere una inefficienza o un errore. Alla lunga, la verità è l’unica che paga e garantisce un corretto rapporto tra istituzioni militari e opinione pubblica».

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