Nella relazione preparata dalla Commissione stragi in luce anche il ruolo di militari e politici

Ustica, la verità sugli 007

Svelati depistaggi, reticenze e deviazioni sul DC-9 esploso

Gualtieri scrive: l’Aeronautica ha mascherato gli interventi di Sios e Servizi – Lo scopo: controllare le indagini o confermare le versioni ufficiali? – Lagorio si difende: sono stato un buon ministro – Positivi i primi commenti

ROMA – Si dibatterà forse a lungo sulla relazione Gualtieri e non sono da escludere integrazioni a quella che comunque va considerata ancora una «bozza». Ma sembra che i primi giudizi ed i commenti espressi a caldo dai rappresentanti dei partiti nella Commissione stragi concordino su una questione di fondo. Che cioè questa bozza di relazione sul «caso Ustica» è già un buon punto di partenza. Lo affermano i democristiani (Toth) e i comunisti (Macis) ma anche i missini (Staiti). C’è insomma la sensazione che dalla prossima discussione nell’aula di San Macuto si possa uscire con una stesura definitiva e unica. E che, subito dopo la sua trasmissione al Parlamento, l’indagine della Commissione riprenda con un secondo ciclo di audizioni.
I giudizi a dir poco devastanti sui gravi comportamenti omissivi, le manovre di depistaggio e le deviazioni compiute dai vertici della nostra Aeronautica, da quelli dei servizi segreti e sulle negligenze colpevoli di politici e giudici, che in dieci anni hanno allontanato la verità sulla strage, sono confortati da dati che difficilmente potranno lasciare spazio alle contestazioni. Dice il senatore Toth (dc): «Le omissioni, i ritardi e le inefficienze riscontrate nel corso complessivo delle diverse inchieste, in quanto documentate da dati obiettivi, saranno portate all’esame del Parlamento».
E il senatore Macis (pci): «La relazione Gualtieri contiene una ricostruzione dei fatti incisiva e rigorosa che peraltro si diluisce fino a diventare elusiva ed incerta quando vengono presi in considerazione i comportamenti degli uomini politici di governo che hanno svolto qualche ruolo e più spesso non ne hanno svolto alcuno sulla vicenda di Ustica». Sulla stessa linea Staiti (msi): «Dopo 10 anni è emerso almeno un fatto: magistrati, Aeronautica, periti e servizi hanno ostacolato la ricerca della verità sulla strage. Si tratta ora di sapere nomi e cognomi dei depistatori ed i motivi reali del depistaggio».
Nessuna reazione e nessun commento è filtrato dallo stato maggiore dell’Aeronautica Mentre uno degli uomini politici chiamati in causa il socialista Lelio Lagorio, si limita a dire: «Penso di essere stato un buon ministro della Difesa». Una valutazione che la relazione Gualtieri mette in dubbio, attribuendogli al contrario un ruolo chiave nella strategia che puntava a «minimizzare il ruolo dei servizi, fino a farli scomparire o dichiararli inaffidabili» per non «discostarsi in alcun modo dalla linea ufficiale dell’Aeronautica e della Difesa». Una linea che «non portava i dubbi e le incertezze che i servizi (quelli di informazione e quelli d’arma) avevano fatto affluire agli stati maggiori».
Il fatto è, spiega la relazione Gualtieri, che «avendo su Ustica l’Aeronautica affermato di aver detto tutto subito ed essendosi poi tirata da parte, lasciando ogni “curiosità” alle Commissioni d’inchiesta e alla magistratura, aveva tutto l’interesse a minimizzare l’attivismo dei servizi e del Sios (il servizio di informazione e sicurezza dell’Aeronautica, n.d.r.) in particolare». E la conferma, insiste Gualtieri, è venuta dalle audizioni del generale Zeno Tascio, all’epoca responsabile del Sios-Aeronautica: «Secondo Tascio il Sios, su Ustica, aveva avuto una posizione assolutamente marginale, non aveva fatto niente di sua iniziativa, non aveva partecipato a niente». E invece le cose stavano diversamente.
«Solo quando il generale Tascio fu interrogato una seconda e una terza volta si cominciò a vedere, sia pure con difficoltà, il ruolo non secondario del Sios e del servizi. La reticenza, oltre tutto, non aveva proprio ragione d’essere, dal momento che non vi era nessun motivo per mascherare questi interventi. Erano interventi “dovuti”. Perché il Sios non avrebbe dovuto attivarsi in una occasione di tale gravità? E perché non avrebbe dovuto prestare la dovuta collaborazione al Sismi? Il fatto è che non si voleva fare emergere proprio questo», scrive il presidente della Commissione stragi.
E poi spiega: «Il generale Tascio portò assai avanti questa manovra. Richiesto di precisare qual era stato il risultato della “collaborazione” tra Sismi e Sios, disse che le letture delle carte fatte dal Sismi furono “sciatte, costruite con una leggerezza che getta una luce di pressapochismo su quanto contengono”. Il problema non è quindi quello di vedere perché i servizi si mossero, quanto di vedere che cosa appresero e che uso fecero di ciò che avevano appreso. Ci si voleva rendere conto se c’erano nelle registrazioni elementi per indirizzare le indagini in determinate direzioni che avrebbero potuto essere pericolose? Oppure ci si voleva assicurare che non ci fossero elementi che potessero contraddire le versioni ufficiali? Forse entrambe le cose».
Molte altre le novità contenute nella relazione Gualtieri. Chi sapeva, ad esempio, che il pilota «libico» del Mig finito sulla Sila era in realtà un capitano siriano? Tutti, tra gli uomini del vertici della Difesa. Ma in dieci anni nessuno lo ha mai raccontato.

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